Intervista
Beba si racconta ad Honiro Journal:”Crisalide è il mio nuovo inizio.”

Il rap femminile è ormai quasi protagonista della scena. Un grande passo in avanti grazie al talento e all’ambizione delle giovani donne che ne sono entrate a far parte. Tra loro anche una torinese che ha saputo farsi strada dai tempi del primo singolo “Tonica”. Beba ci ha raccontato “Crisalide”, un nuovo progetto a tratti autobiografico, che la rappresenta finalmente a pieno.
Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei sul rap, sul nuovo album e su cosa significa fare musica oggi.
Vorrei partire subito con una domanda a brucia pelo inerente alla tua carriera: quando hai capito che la tua metamorfosi da crisalide a farfalla stava iniziando?
Sicuramente verso la fine del lockdown. Il periodo di quarantena mi ha fermato, ma sono in parte grata a quei momenti. E’ li che ho capito dove stavo andando, ho realizzato cosa significasse questo percorso per me e mi sono riscoperta.

Credi che negli ultimi anni si parli di più di rapper donne? O siamo sempre allo stesso punto?
Se ne parla di meno ed è un bene, perché vuol dire che non c’è più bisogno di sottolineare questo aspetto. Si sta piano piano normalizzando, nonostante la strada sia ancora davvero troppa da fare. C’è più coraggio, ci sono più punti di riferimento.
Beba ci ha raccontato “Crisalide”, un mix di emozioni e musica
“Crisalide” è il tuo primo vero album! In questi anni, però, sei sempre stata molto presente nella scena. Hai sperimentato molto in questi anni, per esempio la collaborazione con Anna Tatangelo, ma le tue particolarità si sentono sempre in ogni pezzo. Quali sono gli elementi nuovi presenti nell’album che arricchiscono la Beba che abbiamo conosciuto fino ad oggi?
Questo album è pura evoluzione artistica, anche e soprattutto a livello tecnico. Ho sviluppato in maniera più matura i temi e non mi sono più limitata ad un genere. Mi stava stretta quel tipo di “etichettatura” che mi stavano dando, quindi ho sperimentato nuove sonorità. Sono stata più cantautrice che rapper.
C’è un bell’incontro sull’asse Roma-Torino in questo nuovo progetto, insomma il pezzo con Carl Brave da il nome all’intero album!
Nata per caso credimi! Mi scrisse dopo aver sentito Narciso, si complimentò con me per il percorso e la mia crescita. Ho colto l’occasione per parlargli del mio nuovo progetto, visto che sono stata sempre una sua fan. E’ stato, però, tutto molto spontaneo.
Come mai hai scelto “Meno male” come brano apripista? Che inoltre vede accanto a te un artista super apprezzato e stimato da amanti e non della scena…
Willie [Peyote] è uno degli artisti che stimo davvero da sempre, nonché conterraneo. Ho scelto questo pezzo perché ha un ritornello molto convincente. Poi è un brano dove si notano tutte le sfaccettature del mio nuovo percorso, un giusto equilibrio tra gli aspetti melodici e quelli da rap.

Nell’album c’è un pezzo prodotto da Estremo, un giovanissimo che si è fatto notare recentemente per aver lavorato ad un pezzo sanremese di una rapper come te. A proposito di Sanremo, ti sapresti vedere su quel palco?
Certamente, non ora, ma si. E’ sempre stato ed è un sogno. Fa parte del mio progetto, ma non quest’anno. Non è che non sono pronta, non lo è secondo me la mia discografia. Sono sulla scena da un po’, ma questo è il mio primo album. Voglio che il mio pubblico mi conosca meglio e dare tempo alla mia discografia di farsi le ossa.
Qual è stato il duetto dell’album che mai ti saresti aspettata di fare e perché?
Angelino Panebianco. Penso un anno fa non ci avrei creduto nell’avere nel mio primo album un mio amico. Punti sempre sulle grandi star, io ho giocato in casa.
Sempre al fianco dei fan, nonostante la pandemia
La pandemia ha portato un momento di grande riflessione e nel tuo caso anche la nascita di un album. In realtà per gli artisti sembra essere più dura, non avendo possibilità di potersi esibire come sempre. Come riesci a tenere un legame così forte con chi ti segue?
Sono molto empatica, le persone mi capiscono. Per me parlare con loro è come parlare con degli amici e si percepisce. So i loro nomi, di alcuni so dove abitano, li riconosco! Abbiamo un legame sui social con chi mi segue da sempre, questo sostenerci a vicenda.
Cosa diresti, musicalmente parlando, alla Beba di “Tonica”?
Ero fomentata! Il quel momento era necessario. Confermo tutto. Nel mio percorso è stato tutto giusto al momento giusto. In quel momento calzavo in quel personaggio, adesso la vita è cambiata e sia io che il mio pubblico abbiamo bisogno di altro. Non rinnego nulla, quello era il momento di muoversi in quella maniera! Stavo dando il via ad un progetto e rifarei tutto come ho fatto.

Beba ci ha raccontato “Crisalide” e non solo, abbiamo ripercorso l’intero processo creativo di uno degli album più attesi dell’anno. Sicuramente una paladina femminile di una scena in evoluzione e in continuo cambiamento.
Una cosa è certa: questo è solo l’inizio!
Voi avete ascoltato “Crisalide”? Cosa ne pensate? Quale traccia avete preferito?
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