Intervista
“Voyager” è il confronto di due generazioni artistiche tra DJ Myke e Gabriel

Ogni volta che un nuovo album esce, si tirano le somme in fatto di sound, messaggio e stile. Nel caso di DJ Myke e Gabriel possiamo dire che “Voyager” è il confronto di due generazioni artistiche.
Diversi singoli ad anticipare il progetto: F.R.E.S.H., Mani di forbice, Il mostro di Firenze e Ogni cosa ha un costo. Il rinomato producer ha dato prova di una sperimentazione sonora che attraversa diversi generi e mood, amalgamandosi in modo naturale al timbro vocale di Gabriel.
Complici di questa visione a 360° le lunghe avventure musicali di DJ Myke, che nel tempo si è avvalso delle collaborazioni degli artisti urban italiani più in vista come Fabri Fibra, Tormento, Noyz Narcos, Rancore (con il quale ha realizzato ben 4 album) e ora Gabriel, il cui futuro è ancora da disegnare e che con questo debutto dimostra di essere all’altezza dei colleghi del panorama rap italiano.
Come potevamo non scambiare quattro chiacchiere con loro in occasione dell’uscita dell’album!

Non capita tutti i giorni di vedere collaborazioni simili. Qual è stata la scintilla che ha segnato il via?
Ho avuto modo di conoscere Gabriel tramite un contest rap. Ha interpretato un mio beat e subito ne ho riconosciuto un talento incredibile.
Un bel traguardo, vista l’esperienza di Myke. Gabriel ti aspettavi tanta sintonia?
In questo contest online Myke era uno dei giudici. Quando mi ha nominato vincitore mi sono sentito onorato di poter collaborare con lui. Poi da una piccola collaborazione iniziale, ne è nato un vero e proprio album interamente prodotto da lui.
Deve essere una grande soddisfazione lavorare a stretto contatto con lui. Senti mai “la responsabilità” di questa grande occasione?
Inizialmente solo l’idea di incontrare Myke mi emozionava, non poco!
Era ed è una grande possibilità, che cerco di sfruttare nel migliore dei modi per crescere. Diciamo che, appena abbiamo iniziato a lavorare, il “peso” piano piano è diventato più leggero. Ci siamo resi tutti e due un po’ più umani.
Mike: aggiungo che Gabriel è molto professionale, a volte è stato più serio e preciso di quanto ti aspetteresti. Piano piano si è sciolto ed è entrato anche lui nel mio mood! [ridono]

Dai tuoi testi di Gabriel si sente tanta passione, o meglio, il tuo incredibile genio creativo. Come nasce un tuo testo?
Il pezzo nasce da solo. Scrivo in una maniera più neutra possibile, così da avere un orecchio obiettivo capace di capire cosa potrebbe o non potrebbe piacere.
Quindi la pandemia non ha influito tantissimo a livello creativo nel progetto. Nell’organizzazione invece? Stiamo pur sempre parlando di un album…
Abbiamo preso dalla pandemia il meglio, cioè il tempo necessario per curare ogni dettaglio. Ti sembrerà strano, ma non lo abbiamo visto come un momento del tutto negativo. Ci siamo “concessi il lusso” di poter studiare ed approfondire ogni testo e ogni singola nota di ogni beat.
Una concentrazione pazzesca. E’ normale, sarebbe stato meglio vedersi di più, confrontarsi e condividere in studio come generalmente si fa.
Possiamo definire “Voyager” un confronto tra due generazioni artistiche. Cosa caratterizza questo album?
I miei testi sono profondi, intriganti. Mi hanno definito “una penna tagliente”, anche se ho tanta strada da fare. Myke, invece, ha tantissima esperienza, ha collaborato con artisti che hanno segnato la scena. Credo che quello che piace dell’album, sia questa unione tra la mia scrittura contemporanea e l’esperienza senza precedenti di Myke.
Sono ben 16 tracce, per giunta senza feat che ultimamente sono all’ordine del giorno di tutte le tracklist…
Gli ascolti sembrano totalmente dipendenti dalle collaborazioni con tantissimi producer ed artisti per ogni disco. Certe volte potrebbe sembrare tutto così piatto, schedulato e già deciso. Non che i feat non siano importanti o musica vera, però ci sono progetti come “Voyager” destinati ad incentrarsi su obiettivi diversi e ad un ascolto diverso.

Visto che si parla di esperienza, Myke cosa ti senti di consigliare ancora a Gabriel?
Di non fermarsi mai, ma di godere anche dei piccoli successi. Continuare a coltivare questo talento, senza dimenticarsi di guardare tutto quello che sta costruendo.
Tu, invece, Gabriel cosa ti auguri per il futuro?
Di poter crescere musicalmente, continuare ad imparare dai migliori e vivere di musica. Mi auguro di non lasciarmi abbattere dagli ostacoli che inevitabilmente incontrerò. Poi, certo, spero che “Voyager” e tutti i miei progetti futuri possano arrivare ad un pubblico sempre più ampio.
Dj Myke ha segnato e segna ancora gli ascolti di molti di noi. E’ stato emozionante potersi confrontare con lui, notare nello stesso momento la sua protezione e stima nei confronti di Gabriel. Il giovanissimo ha ancora tanta strada da fare! Siamo certi, però, che avrà le carte in regola, il carattere giusto, per affermarsi. La fiducia di DJ Myke nei protagonisti della scena futura è lodevole e ci lascia sperare in grandi novità.
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