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Intervista

Fenomeno “Gabbo”: dai Cor Veleno, passando alle grandi produzioni, fino al progetto solista “I’m In” co-prodotto da Squarta

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Ormai è dall’11 di febbraio che ne parliamo: il progetto solista di Gabbo è di un altro pianeta! Stiamo parlando di uno dei produttori di più alta gamma della scena romana, un componente dei Cor Veleno, ma soprattutto un professionista.

“I’m in” da il nome al progetto di Gabbo, al secolo Gabriele Centofanti, che vede la co-produzione di Squarta e una delle penne più fresche del momento: Ugo Crepa.

Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, con un piccolissimo spoiler sul futuro che sarà.

Come mai proprio hai optato proprio ora per un progetto solista?
C’è stata tanta esigenza, avevo bisogno di far uscire qualcosa di nuovo ed intimo. Volevo uscire per un attimo dalla veste di produttore, attività che l’altro amo moltissimo. Non so dirti perché proprio adesso, ma posso dirti che la volontà c’è stata dopo un giorno in studio passato a suonare delle linee di basso che mi piacevano particolarmente. Diciamo che anche la pandemia ed il lockdown hanno contribuito al volere qualcosa di nuovo.

Sicuramente un grande lavoro a livello di sound quindi…
Si, certamente. Ho sperimentato tantissimo e reso più fresco un sound solitamente più strutturato. In quarantena ho scritto e approfondito la tecnica. E’ stata una piacevole sorpresa.

Il progetto solista di Gabbo vede tra i collaboratori il giovanissimo Ugo Crepa

Nell’EP vediamo la freschissima presenza di Ugo Crepa, com’è nata questa collaborazione?
Collaboro con lui da prima del mio progetto solista. Cercavo freschezza e lui la rappresenta in pieno. Un’espressività necessaria nel progetto che stavo realizzando.

Si dice sempre che gli artisti siano molto fortunati a lavorare con produttori come voi. Io rigiro la domanda e ti chiedo: in cosa Ugo è stato importante tanto da essere “onnipresente” nel progetto?
Avevo bisogno di qualcosa di nuovo e lui ha dato quei tratti innovativi. Ha fatto tesoro del nostro tempo insieme negli anni. I suoi testi sono stati di enorme supporto. Mi sono potuto dedicare al 100% al sound, unendolo poi ai suoi testi. Volevo un album che valorizzasse l’ascolto per tutti, puntando sullo strumentale, senza dimenticare il testo. Ugo è il puto di differenza, caratterizza quel qualcosa in più.

Comunque leggevo che hai fatto degli studi pazzeschi! Una versatilità assurda…
Ho iniziato proprio dalla musica classica ci crederesti? Amo davvero tutti i generi, non potrei mai giudicarne uno. Ogni esperienza fatta è un arricchimento.

Tornando all’EP, come mai questo titolo “I’m In”?
Il basso c’è! Ho lasciato a lui la voce, la capacità di dire “io ci sono”! Spesso non si fa nemmeno caso al suo suono e pensare che niente sarebbe come sembra senza la sua presenza. Come se il basso dicesse “io solitamente ti accompagno faccio la mia parte, ma qui nell’ep sono protagonista.”

Momento spoilerone: ci sarà qualche altro progetto in ballo tra poco?
Ce ne saranno tanti, ma posso già dirti che “I’m in” è solo la piccola parte iniziale. Spoilerone? A breve uscirà una sorta di seconda parte e ci saranno diverse novità.

Gabbo ci insegna la differenza sottile tra il fare ed il vivere di musica, tra il saper fare musica e cavalcare un’onda commerciale. Certamente un mattone fondamentale della scena, che a distanza di anni non smentisce la sua grandezza ed il suo talento. Un progetto introspettivo, eppure così vicino a chiunque gli si approcci.

Voi quale traccia dell’EP state preferendo? Lo trovate nei migliori digital store!

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